Cosa c’entra la scrittura con il movimento?

INTERVISTA A ILARIA MANGIARDI

Tutti i tentativi di scrivere sui miei diari segreti da piccola fallivano miseramente nonostante la mia passione per l’oggetto “diario” (dai super kitsch ricoperti di pelliccia sintetica fluo, a quelli iper ecologici fatti con la cacca di elefante) e le penne colorate (con e senza glitter, di tutti ma proprio tutti i colori).

Non ero mai costante, mi annoiavo a scrivere e, ora che sto preparando questa intervista a Ilaria (incredibile, sembra una trovata ma non lo è), ho capito perché.

Non facevo freewriting, ma cercavo di esprimere in maniera logica e razionale quello che sentivo (poco e niente) e quello che mi accadeva (cose a cui cercavo di non dare importanza).

Se qualcuno mi avesse spiegato che si può scrivere lasciando emergere dalle proprie “profondità” la corrente di vita che risiede in noi, mi sarei sicuramente divertita di più e ora sarei piena di diari segreti di tutti i modelli.

Prima di lasciarti all’interessantissima intervista con Ilaria, ti voglio parlare brevemente di come mi sono avvicinata alla scrittura.


Ti sembrerà strano ma il mio approccio al freewriting è avvenuto attraverso la danza contemporanea, ho iniziato a frequentare diversi workshop in cui si utilizzava la scrittura libera come strumento per imparare a muovere liberamente il corpo, ho scoperto che corpo e parole si possono intersecare per creare un'unica poesia multisensoriale (e ora che sto ti sto scrivendo mi rendo conto di quanto tutto questo mi manchi).

Quando ho iniziato le mie avventure in bicicletta ho ripreso a scrivere, per processare quello che stavo vivendo e per prendere appunti per i miei racconti di viaggio.

Dopo aver seguito vari corsi di scrittura per i viaggi e per la crescita personale, sto cercando di integrare il freewriting con il movimento e di trasmettere la passione per questo potente strumento a chi si allena con me e/o mi segue sui social.

Il freewriting è parte integrante del mio metodo d’insegnamento del Blooming Pilates e lo utilizzo moltissimo nei miei RETREAT NELLA NATURA, nel mio programma di allenamento online START e nei mei workshop online e in presenza.

Ora ti lascio all'intervista con Ilaria Mangiardi, esperta nel settore, che ho conosciuto un paio di anni fa leggendo il suo libro WATERFALL, mi raccomando leggi fino alla fine perché ci sono dei consigli pratici che anche io sto iniziando ad applicare con molto piacere.

Come hai scoperto il freewriting?

Penso di averlo utilizzato da sempre, fin da quando ero solita perdermi tra le righe del mio diario segreto, in bilico tra dilemmi adolescenziali e primi amori. Semplicemente non lo chiamavo così. Poi alle superiori, studiando letteratura inglese, ho iniziato a sentir parlare di flusso di coscienza e, anni fa in quel di Amsterdam, ho finalmente unito i puntini grazie ad un corso di scrittura creativa dove il freewriting veniva incoraggiato anche per scrivere piccoli racconti. Da lì mi si è aperto un mondo. Ho capito che potevo utilizzarlo anche per prendermi cura di me stessa e della mia salute mentale. Ora non posso più farne a meno, soprattutto quando sento di dover dipanare la nebbia che ho in testa o prendere decisioni importanti. È un compagno di vita e di viaggio che, paradossalmente, non necessita di valigie. Anzi, ha il potere di farmi sentire leggera.

Il freewriting cos’è e quali sono i suoi pilastri?

È la rappresentazione dei nostri pensieri su carta, così come si presentano, senza filtro alcuno. Il termine 'freewriting' fu coniato da Ken Macrorie e usato ampliamente da Peter Elbow, entrambi professori americani, soprattutto in relazione al famigerato blocco dello scrittore. A me piace utilizzarlo come tecnica di scrittura creativa per processare le nostre emozioni, alleggerire la mente e allenare il pensiero laterale. Chiamandosi 'free', non ha vere e proprie regole, ma possiamo renderlo più efficace facendo leva su 4 pilastri: il tempo (utilizzando un timer per non dare modo alla nostra mente di andare in overthinking), il flow (rimanere concentrat* senza alzare la testa dal foglio fino alla fine), la perseveranza (continuando a scrivere, anche a caso, qualora dovesse presentarsi il blocco dello scrittore) e la sospensione del giudizio (pensare che qualunque cosa scriviamo, anche quella che ci sembra banale, sia valida e abbia motivo di esistere). 

Scrivere a mano funziona meglio che scrivere al PC?

Dipende cosa intendiamo con 'meglio'. Se mi chiedi da un punto di vista creativo... assolutamente! La prima A sarà diversa dalla seconda A, così come ogni B e via dicendo. Non sarà tutto perfetto e ordinato come al computer, ma è proprio quello il bello: osservare la nostra scrittura e capire che ogni lettera è un mondo a sé – un ottimo spunto per ricordarci che anche noi siamo in continua evoluzione. Inoltre, aiuta a ricordare gli eventi in modo più nitido e, soprattutto se utilizziamo il freewriting per processare emozioni legate a precisi istanti della nostra vita, scrivere con carta e penna ci dà la possibilità di mettere a fuoco e avere più chiarezza. E poi, come dico sempre, in un mondo sempre più digitalizzato, beh, per me rimane una piccola grande rivoluzione.

Ho letto un bellissimo ARTICOLO che hai scritto sullo yoga e il freewriting, ci puoi dire qualcosa di più su questa integrazione?

Ho sempre visto attività quali journaling, meditazione e yoga abitare sotto lo stesso tetto – forse perché hanno tutte la capacità di farmi sentire centrata. E quindi anni fa ho provato ad abbinare yoga e freewriting e mi si è aperto un mondo. Prendersi il tempo di chiedersi come ci si sente a livello fisico e mentale prima di posizionarsi sul tappetino e scriverne a riguardo mi ha fatto affrontare la sessione di yoga in modo più consapevole, così come utilizzare il mio journal per altri 5 minuti dopo aver mosso il mio corpo per chiedermi se qualcosa fosse cambiato a livello di umore, o semplicemente per ricordarmi di essere grata per quel momento di amor proprio.

Il freewriting ci può aiutare ad essere più consapevoli del nostro corpo?

Assolutamente. Così come nell'esempio sopracitato, il freewriting ci fa essere innanzitutto più consapevoli delle nostre preziosissime mani, di come si muovono nello spazio, così come della nostra postura. In più, secondo uno studio condotto da James W. Pennebaker e da Sandra Beall, la scrittura emotiva può rafforzare il nostro sistema immunitario – e questo è solo uno dei motivi per considerarla un'ottima alleata per la nostra salute, sia mentale che fisica. Non è magia (o forse sì) – abbassando i livelli di ansia e stress attraverso carta e penna abbiamo la possibilità di migliorare la qualità della nostra vita complessiva. In un mondo sempre più frenetico, ecco che il freewriting diventa un prezioso strumento di autenticità e equilibrio e un atto di cura verso noi stess*. 

Vorrei aiutare le mie allieve di Blooming Pilates a migliorare la loro pratica attraverso il freewriting ci puoi dare dei consigli pratici? Quando scrivere/prompt/ecc?

Prima di iniziare la tua sessione, osserva come ti senti. C'è qualcosa che ti infastidisce? Scrivilo sul tuo journal. È il primo passo consapevole per lasciarlo andare. 

Alcuni prompt che potresti utilizzare pre-pilates: 

  • Con la sessione di oggi vorrei...

  • Non ho aspettative ma...

  • Una cosa che amo di me...

E post-pilates:

  • Sono orgogliosa di...

  • Prendermi cura di me stessa...

  • Una cosa di cui sono grata...

——

Ti è venuta voglia di andarti a comprare un diario per scrivere?

Grazie per aver letto fin qui, grazie a Ilaria per averci aiutato a capire meglio il freewriting.



Previous
Previous

THAILANDIA # 2 - Avventure buddhiste di una viaggiatrice maldestra

Next
Next

THAILANDIA # 1 - Lo zucchero nella pasta