MULTITASKING? No, grazie!

Devo ammettere che i nostri tentativi maldestri per gestire al meglio il tempo per sentirci efficienti, mi fanno tenerezza…

Foto di Keira Burton da Pexels

Avrete sicuramente sentito parlare del multitasking… no, non si tratta di una virtù delle donne. 

Anche se si dice che noi siamo più portate degli uomini a funzionare in questo modo, pare che non si tratti di un fattore genetico ma piuttosto un’invenzione sociale. In ogni caso io rientro perfettamente in questo paradigma. 

Qual è il significato di multitasking? Il multitasking indica la multiprogrammazione (o multiprocessualità). Questo termine apparve per la prima volta nel 1965 in un resoconto sugli ultimi incredibili apparecchi sfornati dalla IBM e che vantava la capacità di questi software di eseguire più programmi contemporaneamente.

Eh sì, prima di questa data nessuno poteva dichiararsi multitasking, neppure le donne!

Io, nata ben più tardi della coniazione di questo termine, sono sempre stata orgogliosa di considerarmi la regina del multitasking, nei miei tempi d’oro, che vanno e vengono, mi sono ritrovata a passare l’aspirapolvere con una mano e a lavare la verdura nel lavandino con l’altra.

Sono sempre stata brava, ad esempio, a vestirmi seduta sulla tazza del water, a mangiare guardando un film e contemporaneamente rispondere ai messaggi sul cellulare con qualche pietanza ancora sul fuoco, a fare i compiti davanti alla TV o sull’autobus mentre andavo a scuola e chiacchieravo con i miei compagni di classe, a leggere un libro sdraiata sul divano mentre ascoltavo musica e mi allenavo nell’antipodismo (forse non sapete che ho un passato da circense!).  Sarei perfettamente in grado di montare un video di Pilates, fare colazione, scrivere il testo di un articolo del blog, guardare fuori dalla finestra e cercare un nuovo itinerario da fare in bici, ma cerco di non farlo!

In passato (ma a volte anche adesso, non lo nego!) sentivo spesso il bisogno di una sorta di scarica adrenalinica generata dal giocolare con le diverse attività che potevo svolgere contemporaneamente (multitasking) con conseguente stato di esaltazione e appagamento immediato ma non duraturo. Prendevo in giro i miei amici “bradipi” che, lenti, sornioni e monotasking, perdevano, a mio avviso, costantemente tempo.

Fortunatamente mi sono resa conto che questo mio “vizio” di essere una persona multitasking non contribuiva al mio benessere, anzi creava in me uno stato di eccitazione-agitazione-distrazione che, nonostante fosse gestito con tanta maestria e nonchalance, era (ed è) un inutile spreco di energie che aziona un via vai di corrente elettrica nel mio cervello che poi ho difficoltà a spegnere.

Me le ha confermato anche la Mindfulness… il rapido passaggio da un’azione a un’altra (context switch) comporta un notevole impegno cognitivo e provoca un incremento della produzione di cortisolo - che regola lo stress e può portare ad atteggiamenti aggressivi - e di adrenalina, l’ormone che ci mantiene in allerta. Inoltre, un eccesso di cortisolo può arrecare danni alla memoria…. Ed ecco spiegate molte cose!

Ecco perché poi mi rodeva sempre… per colpa del cortisolo! Ma c’è anche di mezzo la dopamina, era lei che mi faceva sentire momentaneamente soddisfatta e mi induceva a continuare a svolgere più attività nello stesso momento… per riceverne un’altra “dose”!

 

Multitasking: cosa dice la scienza

Secondo una ricerca condotta dalla University of Sussex* i danni al cervello per chi pratica il “media multitasking” e quindi passa da uno strumento digitale all’altro – come, ad esempio, stare al cellulare mentre si guarda la TV – sono permanenti e strutturali, tanto che i cervelli degli adepti del multitasking avrebbero una densità inferiore agli altri nella corteccia anteriore cingolata, ossia la regione responsabile dell’empatia e del controllo cognitivo ed emotivo. Questo è stato dimostrato attraverso il monitoraggio delle risonanze magnetiche degli individui che hanno partecipato a questo studio. 

Sarei proprio curiosa di sapere come è ridotta la mia corteccia!

La neuroscienziata cognitiva Sandra Bond Champan** afferma che il cervello non è fatto per eseguire più compiti contemporaneamente e che nel multitasking esso è costretto ad alternare incessantemente fra l’una e l’altra faccenda da sbrigare, esaurendosi e distruggendo importanti risorse cognitive.

Conclude dicendo che se non vogliamo essere condannati ad un precoce declino mentale con conseguente perdita di lucidità e acutezza faremmo meglio a controllare questo nostro impulso multiprocessuale.

Pensandoci bene non siamo mica computer, noi piccoli esseri umani, perché ci affanniamo in mille spossanti attività invece di concentrarci e goderci una sola cosa alla volta? Mancanza di tempo? Necessità di sentirsi efficienti? Horror vacui e quindi il bisogno di riempire tutto lo spazio vuoto?

Qualunque sia la temuta motivazione è giunto il momento di riappropriarci della nostra natura di esseri umani monotasking, smettere di affannarci a fare-fare-fare e arrenderci ad essa!

Naturalmente, se stai seguendo i miei corsi di Blooming Pilates online, spegni sempre il cellulare e cerca il luogo più tranquillo e silenzioso della casa per dedicarti totalmente al tuo "monotasking".

Lasciati guidare dalla mia voce e dalle immagini video senza altre distrazioni!

Il tuo allenamento sarà ancor più consapevole e il tuo cervello non si deteriorerà prima del previsto! Si spera...

 

Per facilitare questo percorso di disintossicazione vi propongo il seguente esercizio (o pratica informale), semplice ma prezioso.

Iniziamo con sessanta minuti di monotasking al giorno per una settimana!

Scegliete un arco di tempo di un’ora e dedicatevi a fare una sola cosa alla volta, con pazienza e consapevolezza.

Prima di tutto spegnete il cellulare e il PC in modo da prendere consapevolezza di quanto e come la tecnologia influenzi la vostra capacità di rimanere nel momento presente e continuate a svolgere la vostra attività senza accendere la TV né la radio. 

Potreste scegliere, ad esempio, l’arco di tempo del tragitto che percorrete per andare al lavoro, oppure la prima ora da quando vi svegliate, oppure mentre cucinate o passeggiate, va bene qualsiasi attività.

Notate quando sentite l’impulso a controllare il cellulare o a fare due cose insieme. Cosa provate in questo momento?

Osservate quello che c’è intorno a voi, la luce, i suoni, la temperatura, l’odore del cibo se stai cucinando, ecc. Cosa provate in questo momento?

Ripetete questa esperienza tutti i giorni per una settimana e vediamo che succede!

 

*Loh KK, Kanai R. Higher media multi-tasking activity is associated with smaller gray-matter density in the anterior cingulate cortex. PLoS One. 2014 Sep 24;9(9):e106698. doi: 10.1371/journal.pone.0106698. PMID: 25250778; PMCID: PMC4174517.

**Fonte: https://www.forbes.com/sites/nextavenue/2013/05/08/why-single-tasking-makes-you-smarter/?sh=4547fa2f5063



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