La MINDFULNESS in vacanza con te

Viaggiare è sempre stato il mio sogno, e in parte, sono riuscita a crearmi uno stile di vita per cui riesco a farlo spesso.

Per te cosa rappresenta un viaggio? Cosa ti aspetti da questa esperienza? 

Io percepisco i viaggi non solo come un modo per staccare la spina ed evadere dalla quotidianità, ma anche come un'occasione per ampliare i miei orizzonti, per misurarmi con qualcosa che non conosco, per incontrare una nuova parte di mondo e quindi di me stessa. A volte sono un'opportunità per riposarmi, altre volte, invece, prendo la bici e pedalo per giorni e settimane... In questo caso so sempre da dove parto, ma non so quasi mai dove arriverò. 

La pratica della Mindfulness ha reso il mio modo di viaggiare sempre nuovo, fresco, profondo e gioioso... Non privo di imprevisti o di momenti di scoraggiamento, naturalmente, però mi sento quasi sempre nel posto giusto al momento giusto, che fortuna!

Cos’è la Mindfulness ?

Hai mai sentito parlare di Mindfulness? Negli ultimi anni è un argomento abbastanza gettonato in quanto ci rendiamo sempre di più conto che, a prescindere da quello che stiamo facendo, la nostra mente dovrebbe essere nostra alleata, senza lasciare troppo spazio a quella che i buddisti definiscono "monkey mind" cioè una mente dispettosa, irrequieta, instabile, incontrollabile, ecc... 

Jon Kabat-Zinn, uno dei pionieri di questa tecnica, la descrive così:

“Mindfulness significa prestare attenzione, ma in un modo particolare:

  1. con intenzione, 

  2. al momento presente, 

  3. in modo non giudicante”.


È un modo per coltivare la nostra presenza, la pace interiore, il gusto per la vita, l'amore e la compassione verso noi stessi-e e il mondo che ci circonda attraverso pratiche formali ossia la meditazione e pratiche informali cioè tutte quelle attività quotidiane che ci impegniamo a svolgere con cura, osservazione, consapevolezza, non giudizio, ecc...

Lo zaino della consapevolezza

Come nella vita quotidiana, anche in vacanza portare nella valigia le pratiche di consapevolezza che la Mindfulness ci offre, cambierà profondamente la qualità del nostro viaggio.

Cerco sempre di essere "minimal" quando faccio i miei bagagli, ma non quando si tratta del mio "zaino della consapevolezza" che riempio a dismisura! A volte non riesco ad utilizzare tutto quello che ci metto dentro, alcune cose le lascio sepolte sul fondo, altre me le perdo in viaggio, altre ancora non ricordo come funzionano oppure le utilizzo in modo maldestro... Però sono sempre lì a portata di mano e mi danno un gran coraggio!

Vuoi sapere cosa metto nel mio "zaino della consapevolezza"? Sei anche tu curioso-a di ficcare il naso nei bagagli altrui?

Ecco cosa porto in viaggio, se non ho posto, al limite, lascio a casa lo spazzolino, le scarpe in più, il phon... Ma questi bagagli sono sempre con me:

 

1. LA CONNESSIONE CON ME STESSA

Se manca questa sono fregata! Se me la perdo o mi si rompe, mi fermo un attimo e faccio un bel respiro profondo, ma anche due, tre, quattro... Mi domando come sto, quali siano i miei bisogni, cosa sento nel corpo, rimango qualche istante in contatto intimo con me stessa e il gioco è fatto! Per questo ho bisogno di passare anche del tempo in solitudine, di ritagliarmi degli spazi per me, anche in una vacanza di gruppo. 

 

2. I MIEI SENSI

Eh già, i miei sensi sono con me, ovvio, ma li utilizzo, li ascolto? Lascio che mi aiutino a percepire ed esperire questo nuovo paesaggio, questa nuova città, questo nuovo popolo? Non sempre! Mi devo ricordare di tirarli fuori dallo zaino e di indossarli, solo allora ciò che mi circonda entra a far parte in maniera più profonda del mio sentire e quindi di me... E mi sembra di conoscere meglio il luogo in cui mi trovo e la gente che mi circonda, anche se non parla neanche la mia lingua. 

 

3. CURIOSITÀ 

La famosa "mente del principiante" della Mindfulness che ci esorta a vedere le cose e a vivere le esperienze con una mente aperta, curiosa e presente, come se fosse la prima volta! Questo non vuol dire agire come un principiante e, ad esempio, non mettersi i pantaloncini con il fondello in bicicletta e tornare a casa con il sedere in fiamme (come mi è capitato di fare) oppure fare un trekking con i calzini sbagliati e non riuscire più a camminare per via delle vesciche ai piedi.

Applicare questo principio significa non dare niente per scontato e gustarsi il momento presente in quanto unico, nuovo e irripetibile! Cerco di lasciare a casa l'atteggiamento del "so già cosa mi piace e cosa non mi piace" e dare spazio al "chissà com'è questa cosa, ora?". Non ci riesco sempre, e me ne rendo subito conto perché questa modalità mi crea una chiusura, un giudizio verso ciò che vedo e sento, un filtro molto ingombrante che non mi permette di vedere le cose così come sono. La mente del principiante è in grado di abbattere questo filtro. 


4. ADATTABILITÀ  

Non dico che cambio forma come l'acqua o colore come un camaleonte, ma che riesco ad adattarmi abbastanza facilmente, questo sì, lo posso affermare tranquillamente! L'adattabilità, a mio avviso, è collegata con il lasciar andare e il non attaccarsi alle aspettative. In fin dei conti cosa importa se le cose non vanno come abbiamo pianificato ma trovano comunque una loro armonia? 

Lo diceva anche Lao Tzu "Un buon viaggiatore non ha piani precisi e il suo scopo non è arrivare."  Lasciare spazio all'improvvisazione rende il viaggio più avventuroso e sorprendente! L'adattabilità non riguarda solo i programmi che si fanno, ma anche l'apertura verso odori e sapori diversi, letti scomodi, orari strampalati o compagnie improbabili.

Non dico che bisogna soffrire in silenzio e arrendersi, ma aggiungere rimuginii continui a situazioni che non si possono cambiare non migliorerà la situazione stessa, anzi!! Negli ultimi anni in cui ho iniziato a viaggiare in bici, per farmi coraggio e sdrammatizzare, ho adottato questo motto: "Se non rischio la morte, tutto il resto è avventura!".... Ah quanto mi aiuta!!

 

 5. RISPETTO 

Il rispetto verso me stessa e verso il prossimo lo collego al primo pilastro della Mindfulness ossia il “non giudizio”. 

Difficilissimo da mettere in pratica per una "impicciona" come me, ma mi rendo conto che più lascio andare il giudizio più riesco a voler bene agli altri e a me stessa, a provare empatia e gioia. Certo però... come fare a non giudicare tutti quei paesi e quei popoli, e sono tanti, che non hanno il bidet, ad esempio?! Pazienza, vanno rispettati comunque e la mia adattabilità (vedi punto n. 4) mi fa vivere bene anche con una bottiglietta di plastica al posto di questo indispensabile sanitario!

Essere a contatto con culture diverse me le fa apprezzare e rispettare, al punto che, spesso, mi affascinano le diversità! Inoltre ciò che è diverso non è per forza pericoloso. Certo però rispettare e non giudicare gli spaghetti in lattina conditi con il ketch-up.... mi richiede un notevole sforzo, ma si può fare!

 

6. UN QUADERNO

Prima lo portavo sempre con me e non lo usavo mai... Poi con i viaggi in bici ho preso l'abitudine di scrivere delle note tecniche che riguardano il percorso, ma anche profonde riflessioni sulla vita fatte, ad esempio, in salita sotto il sole cocente, di notte in tenda nel bosco quando non dormo a causa degli animali feroci che fanno troppo rumore mentre cercano il modo per sbranarmi o quando qualcuno mi parla in maniera spigliata in una lingua straniera che non capisco, e non capisce che io non capisco. Ebbene, il quaderno è un prezioso strumento di introspezione, ci aiuta a rimanere in contatto con noi stessi-e (vedi punto n.1), gli avvenimenti che cerchiamo di raccontare diventano improvvisamente più chiari, la scrittura fissa i ricordi ai quali ci possiamo sempre aggrappare nel caso in cui provassimo una paura sconsiderata per l'impermanenza di tutte le cose e della vacanza stessa che prima o poi finirà! Eh già!


7. IL SENSO DELL'UMORISMO E AUTOIRONIA

"La comicità permette di allearsi al dolore." L'ho sentito dire da Drusilla la prima e l'unica volta in cui l'ho vista in televisione e me lo sono subito appuntato. Cavolo, quanto è vero! Già mi sento più leggera! Non prendiamoci troppo sul serio che non serve a niente! L'autoironia, il prendermi affettuosamente in giro mi fa sentire più vicina a me stessa e il mio sguardo diventa compassionevole verso i miei maldestri tentativi di superare le difficoltà. Ironizzare sulle situazioni mi aiuta ad accettarle e sicuramente nutre la mia adattabilità (vedi punto n. 4). 


Il mio zaino della consapevolezza è preziosissimo, perché al limite, il dentifricio me lo ricompro, ma la connessione, il senso dell'umorismo, l'adattabilità, i miei sensi, ecc...se li dimentico a casa dove li vado a cercare? 

Hai mai pensato a cosa metteresti dentro questa imprescindibile borsa? Cosa renderebbe la tua vacanza o il tuo viaggio un'esperienza veramente indimenticabile? 

Lo so cosa stai pensando... I soldi... Un sacco di soldi! 

Vabbè pazienza ognuno-a è libero-a di portare quello che vuole... Ma lascia anche lo spazio alla Mindfulness!

Non dimenticare che "MENS SANA IN CORPORE SANO"... no, non il dizionario di latino, quello non ti serve... non dimenticare di portare con te ”il tuo allenamento preferito per poter praticare dove vuoi e con cui renderai il tuo viaggio fantastico perché un corpo allenato aiuta la mente ad essere presente, gioiosa e leggera!



Previous
Previous

Perché sono VEGANA?

Next
Next

MULTITASKING? No, grazie!