Chi era Joseph PILATES?

Mesdames et Messieurs ecco a voi… il Pilates, anzi il signor Joseph Pilates!

Nell’ultimo decennio la parola Pilates scivola frequentemente sulla nostra lingua, è diventata ormai di uso comune. Persone di ogni età si sono avvicinate a questa disciplina per diversi motivi.
I più comuni, quelli che le mie allieve mi riferiscono sono:

  • mi fa male la schiena

  • me ne ha parlato un'amica

  • mi devo rilassare

  • non si suda

  • lo fanno tutti e volevo provare.


Qualsiasi sia la ragione, l'importante è iniziare... e farlo in un periodo in cui il tempo manca sempre è quasi un atto eroico!

Joseph Pilates: chi è stato l'uomo a cui dobbiamo il Pilates oggi


Mi viene chiesto spesso come mai questa ginnastica abbia un nome così insolito e se per caso le lettere che la compongono siano l’acronimo di qualcosa di più articolato. Molti rimangono delusi nello scoprire che non si celano particolari misteri dietro questa parola. Pilates è un semplice nome, anzi, il cognome di chi ha creato questo metodo di allenamento.

Siamo nel 1880, il 9 dicembre per l’esattezza. Ci troviamo in un paesino nei pressi di Dusseldorf. Qui nasce Joseph Pilates, un bambino gracile e malaticcio che soffre d’asma. Per sua fortuna, i suoi genitori, sostenitori della vita all’aria aperta e del movimento, lo spingono a trascorrere molto tempo nei boschi a fare esercizio fisico.

Ben presto del bambino malato rimarrà ben poco. Gli allenamenti e la dedizione che negli anni il piccolo Joseph ha dedicato a se stesso daranno i loro frutti. La sua muscolatura è talmente definita che viene spesso preso come modello per le tavole anatomiche, proprio lui che l’anatomia la studiava con passione per comprendere i movimenti animali.

Si trasforma in un atleta completo, un ottimo ginnasta, nuotatore. Pratica boxe a buoni livelli, si appassiona alle discipline orientali, come lo yoga. La gioia e la passione per il movimento sono un punto cardine della sua vita. Credo con fermezza che se ci si abitua al movimento fin da piccoli, poi muoversi diventa una sana esigenza, un po’ come lavarsi i denti dopo i pasti.

Poco più che trentenne, Pilates, in Inghilterra, diventa l’istruttore di autodifesa della polizia britannica e, allo scoppio del primo conflitto mondiale viene fatto prigioniero.

Durante la prigionia continua a dedicarsi all'allenamento, coinvolgendo i suoi compagni di sventura. Si narra che gli effetti degli allenamenti non abbiano avuto un riscontro positivo solo sul suo corpo, che diventa sempre più vigoroso, ma il suo sistema immunitario si rafforza al punto tale da permettergli di uscire indenne dall’epidemia di spagnola che decimò la popolazione in quel periodo. Anche i suoi compagni-allievi hanno la stessa “fortuna”.

In seguito, Joseph Pilates viene trasferito sull’isola di Man, dove, per aiutare i soldati infortunati costretti a letto, comincia a ingegnarsi creando degli attrezzi rudimentali per rendere il recupero molto più rapido. Lo fa semplicemente recuperando le molle dei letti, in questo modo ha ottenuto una forza di trazione e di resistenza.

Al rientro in Germania gli viene assegnato il compito di addestrare l’esercito tedesco. La sua mente è in fermento, le esperienze della prigionia sono fonte di ispirazione e il suo metodo comincia a prendere forma. I famosi grandi attrezzi del Pilates si delineano nella sua mente, solo in futuro il metodo comprenderà anche i piccoli strumenti del Pilates .

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, Pilates è costretto a lasciare la Germania e sulla nave che lo porterà negli Stati Uniti, ha la fortuna di incontrare Clara che diventerà prima la sua “partner in crime” e poi sua moglie.

Una volta giunti a New York, i coniugi Pilates aprono il loro studio nella Eighth Avenue, a due passi dalla sede del New York City Ballet. Qui, le esperienze passate trovano magicamente la loro applicazione. Si costruiscono le attrezzature. Il Contrology (così Pilates aveva chiamato la sua “creatura”) comincia a prendere piede. Sono soprattutto i ballerini professionisti a ricorrere a tale sistema di allenamento, per riabilitarsi dopo traumi ed infortuni, con la sorprendente scoperta che, il Pilates, li aiutava a prolungare la loro carriera artistica.

Fra i tanti i ballerini che hanno provato “le macchine della tortura” di Joseph e Clara, c’è anche la celebre danzatrice Martha Graham con cui si instaurerà un rapporto di amicizia, di stima reciproca e di punzecchiamenti amichevoli.

Nel 1967 lo studio viene distrutto da un terribile incendio. Pochi mesi dopo, probabilmente a causa del fumo inalato durante l'incidente, a 87 anni Joseph Pilates trova la morte.

Il Pilates oggi

Clara non si dà per vinta e non è da sola. Insieme a un gruppo di allievi riesce a mettere insieme i pezzi.

Recupera i testi scritti rimasti intatti, i progetti dei macchinari
e condisce il tutto con la sua esperienza. Riesce, così, a tenere vivo il Pilates che, ancora oggi, continua a essere il "segreto" di ogni ballerino professionista.

È necessario attendere gli anni '90 per testimoniare l'esplosione di popolarità di questa splendida disciplina in quasi tutto il mondo occidentale. Questo anche grazie alle star della televisione che cominciano a far vedere i loro allenamenti e ne parlano bene in pubblico, proclamandola come portatrice di benessere.

Per concludere, bisogna dare adito al signor Joseph Pilates di avere ideato una metodologia di allenamento validissima, estremamente moderna per i suoi tempi e ancora attuale ai nostri. Certamente ne sentiremo parlare per molto, molto tempo.

E tu conoscevi l'etimologia del Pilates? Lo stai praticando? Se ne ahi voglia dai un'occhiata ai miei articoli, dove ti presento un metodo tutto nuovo per praticare Pilates in modo consapevole e completo.

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